Evento a cura dell’associazione I.N.T.K. presso il Museo Civico Medievale di Bologna dal 4 Febbraio 2001.
La mostra originariamente dalla durata di 3 mesi ebbe, su richiesta del Comune di Bologna, un’estensione di altri 3 mesi per l’alta affluenza. Furono venduti ben 1000 cataloghi.
“Fin dalla fondazione dell’I.N.T.K., nel 1990, fu nostro pensiero costante la realizzazione di una mostra di antiche spade giapponesi.
Stabilizzato l’assetto dell’Associazione, individuati i soci più attivi, constatata la stima e la considerazione ottenute anche in campo internazionale, nel 1997 i tempi furono maturi per esporre al pubblico non a Bologna tuttavia questi oggetti, testimonianze di una antica arte che non ha eguali nel mondo.
Oggi, nell’ambito del progetto FIKTA 2000 inserito in Bologna 2000, siamo riusciti a realizzare la nostra seconda mostra di Token Bijutsu (spade d’arte) ma naturalmente abbiamo avuto bisogno di molte collaborazioni; trovate comunque senza difficoltà per l’appoggio delle Istituzioni Culturali della nostra città. Sento quindi il dovere di pubblicamente ringraziare innanzitutto il Prof. Riccòmini, senza il cui interessamento non avremmo avuto accesso a una prestigiosa sede come quella del Museo Civico Medievale il Dott. Medica che si è prodigato ad aiutarci e indirizzarci nell’ organizzazione pratica di questo evento; Il Dott. Zanotti impareggiabile consigliere nell’allestimento espositivo; la Dott.ssa Franzoni per la realizzazione del catalogo; i musei dell’Università di Bologna nella persona della Responsabile Prof.ssa Lanzarini che ci ha permesso di arricchire la Mostra con due pregevoli antiche armature giapponesi da poco esposte nella Collezione di Palazzo Poggi. Molte altre realtà culturali e aziendali hanno voluto dare un tangibile contributo a questa realizzazione, fra cui ci è gradito ricordare la Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna, sempre attenta a promuovere gli avvenimenti di grande momento nella cultura bolognese, e la Canon Italia SpA che oltre a rappresentare una punta avanzata della tecnologia è particolarmente sensibile alla diffusione della conoscenza delle arti del Giappone.
Infine un grazie di cuore a tutti quei soci collezionisti dell’INTK e no, che hanno accettato di prestare i pezzi migliori delle proprie collezioni e al Maestro e amico giapponese che da anni ci aiuta a studiare questi capolavori dell’arte giapponese.”
Stefano Verrina
Presidente e Socio Fondatore
“Soggetto principale di questa mostra sono lame giapponesi di spade, daghe, pugnali: oggetti d’acciaio che furono armi ed insieme opere d’arte. Oggi il collezionismo le considera giustamente solo per la loro valenza artistica: token bijutsu in giapponese significa letteralmente “spada d’arte”. Che c’è dunque di artistico in questi manufatti in metallo? Innanzitutto il fattore estetico, perché le lame giapponesi hanno sempre esercitato un profondo fascino sugli stessi giapponesi ovviamente, ma anche sugli occidentali, fin dall’ingresso del Giappone nella cultura mondiale.
Le estreme, rarefatte, quasi estenuate forme della lama, le sue geometri rigorose in quanto sezioni di cerchio o di parabola stimolano il senso estetico del l’osservatore e sono quasi oggetto di “culto”, lo stesso che si può attribuire a und qualsiasi opera d’arte.
Poi c’è la quasi incredibile tecnologia della lavorazione dell’acciaio, tanto più straordinaria in quanto nulla è lasciato al caso, dando l’impressione che gli spadai plasmino il metallo come fosse creta per creare “figurazioni” (in giapponese hataraki: attività) che sono la cifra irripetibile di ognuno di essi e delle scuole che ne discendono, anche fino ai nostri giorni. Opera d’arte, quindi, la lama giapponese, che ne trascende la valenza di arma offensiva, funzionale ad una raffinata tecnica schermistica altrettanto rare- fatta quanto la sua forma. È fondamentale quindi che il collezionista si accosti alle spade giapponesi libero da ogni pregiudizio ma solo armato di quella sensibilità e curiosità che lo porti a comprendere appieno la cultura dello spadaio, che ha forgiato una certa lama in un certo modo, e del suo tempo.
Tutto ciò richiede una lunga e difficile esperienza, dapprima libresca ma poi necessariamente pratica, basata sull’esame – non obbligatoriamente sul possesso – di un’infinità di lame antiche site in musei e collezioni private giapponesi ed occidentali. Ma anche i fornimenti delle Token sono piccoli grandi capolavori ove l’oreficeria e la scultura trasportano il fruitore in uno straordinario microcosmo solo apparentemente vincolato alla cultura del tempo, quando invece la sua comprensione può essere universale. Alcune armature dalle forme suggestive sono qui corollario al raffinato mondo guerresco espresso dalle Token.
Una mostra come questa ha lo scopo di avvicinare il grande pubblico a un peculiare settore dell’arte giapponese e di offrire occasioni di confronto fra esperti per uno scambio di esperienze e pareri. Le associazioni svolgono un ruolo fondamentale in Giappone e nei paesi occidentali, per la conservazione nel presente e nel futuro di opere che sono da considerare patrimonio comune dell’umanità. L’Associazione INTK, che ha realizzato questa esposizione in collaborazione con il Museo Civico Medievale di Bologna, annovera fra i suoi soci collezionisti esperti e semplici appassionati, il cui contributo è stato essenziale per la riuscita della manifestazione.”
Alberto Roatti
Presidente onorario e Socio Fondatore
Selezione di opere esposte tratte dal catalogo realizzato per l’occasione: