Nel weekend del 25 e 26 novembre 2023 si è tenuta a Tokyo, presso il Dai Ichi Hotel, la 3a Convention Nazionale NBTHK, in concomitanza con il 75mo anniversario della fondazione della NBTHK e del 45mo anniversario dell’istituzione della Tatara.
Questo
evento, che sino adesso ha avuto ricorrenza quinquennale, è sicuramente
uno degli appuntamenti più importanti organizzati dalla NBTHK, in
quanto ha previsto uno speciale kanshō con più di 120 lame scelte
tra le più importanti della collezione del Museo della Spada di Tokyo,
comprese una ventina di spade d’importanti forgiatori contemporanei,
oltre ad un impegnativo ippon nyusatsu kantei, ossia un kantei che prevede una sola risposta secca.
L’evento è stato di tale portata che ha richiamato oltre duecento
membri da tutto il Giappone e dal resto del mondo, in rappresentanza
delle circa 80 Branch NBTHK presenti nel solo paese del Sol Levante e
delle 4 d’oltre oceano (tra cui la nostra). Un evento quindi di primaria
importanza per partecipazione che, a corollario, ha previsto una
cerimonia per la celebrazione del 75mo anniversario della
fondazione della NBTHK, con la presenza della principessa imperiale
Akiko di Mikasa la quale, presenziando ormai da anni nel ruolo di
patrocinatrice del Museo della Spada, ha tenuto un discorso di benvenuto
alla cena di gala di sabato sera.
Durante la Convention, abbiamo avuto il piacere di incrociare diversi membri di grande importanza e prestigio, tra i quali i sensei Yoshihara e Gassan.
A chiusura dell’evento, dopo la premiazione e la consegna dei diplomi ai vincitori dell’ippon nyusatsu kantei,
si è svolta la riunione quinquennale tra i direttori delle Branch
NBTHK, momento di fondamentale importanza per la condivisione ed il
confronto tra la Direzione centrale NBTHK ed i vari gruppi locali.
Dal punto di vista dello studio della tōken certamente l’appuntamento più significativo ha riguardato il kanshō,
che ha previsto la possibilità di esame nell’arco di due giorni. Per
chi non ne ha fatto l’esperienza, provo a descrivere nel dettaglio il
contesto espositivo che, data la tipologia e il numero considerevole di
pezzi esposti, è del tutto peculiare. L’accesso alle sale espositive è
strettamente controllato e consentito solamente muniti di mascherina e
dopo essersi tolti orologi, anelli, sciarpe, soprabiti, cappelli e
qualsiasi altro oggetto potenzialmente pericoloso per la salvaguardia
degli oggetti; immaginatevi di “agganciare” per sbaglio una Jūyō Bijutsuhin con
una parte dell’abbigliamento e magari farla cadere! Quindi viene presa
ogni precauzione possibile per ridurre al minimo il rischio di danni
accidentali.
La modalità di
esame, poi, è necessariamente restrittiva: altrimenti non sarebbe
possibile l’accesso alla totalità delle lame da parte di tutti i
partecipanti. Viene infatti stabilito un tempo di 30 secondi per
esaminare ogni lama, scandito da un timer, dopodiché si passa alla lama
successiva. Si richiede dunque una notevole concentrazione e capacità di
memoria dal momento che non è praticamente possibile prendere nessun
tipo di appunto, non ve ne è il tempo materiale, e non è concesso fare
fotografie. Il criterio espositivo prevede una suddivisione per aree di
produzione e contestualmente una progressione cronologica, seguendo un
percorso di visione ed analisi che permette il confrontare nel migliore
dei modi sugata e peculiarità specifiche di scuole e periodi diversi.
Molte delle lame presenti sono state proposte, nel corso degli anni, nei kantei mensili
NBTHK dunque è stato emozionante, di quando in quando, tenere in mano
oggetti della massima qualità ed importanza su cui abbiamo studiato, e
sudato, solo sulla base di oshigata e schede tecniche. Posso assicurare che l’impatto nel confrontare un’immagine creata nella mente con l’oggetto reale è notevole.
Ci si rende subito conto di quali siano i limiti dello studio basato
principalmente su disegni e testi, poiché spesso l’aspetto della lama
reale è sorprendentemente diverso da come l’avevamo immaginata; tuttavia
l’esame visivo di una tale mole di lame in così poco tempo, senza una
solida base teorica maturata sui libri e sugli oshigata, può dar
luogo ad una certa confusione. Ad ogni modo la possibilità di osservare
così da vicino lame della più alta qualità, una dopo l’altra, garantisce
un prezioso allenamento per l’occhio; prendere confidenza con
l’eccellenza della lavorazione fa maturare un istintivo senso del gusto
che permette, in seguito, di fare dei confronti più significativi e
puntuali al momento di esaminare lame di minore qualità, riuscendo
dunque a fare dei netti distinguo tra ciò che è veramente una spada
d’arte e ciò che è, invece, un opera di alto o buon artigianato.
Giustissima, a questo proposito, l’osservazione che soleva fare Homma
sul tema: “Un novizio, agli inizi, dovrebbe vedere solo capolavori,
poiché abitua l’occhio all’eccellenza sin da subito. Se invece comincia
con lame di media o scarsa qualità, il suo senso critico ed estetico ne
viene compromesso quasi irrimediabilmente”.
Si conferma di fondamentale importanza, per lo studioso evoluto, non
trascurare nessuno dei due aspetti: lo studio teorico e l’esame dal
vivo. Poiché se è vero che nessun libro può spiegarci veramente una
spada, viceversa una spada può chiarire ciò che abbiamo letto sui libri;
e chiudere, in qualche modo, un cerchio. Trascurare uno dei due aspetti
determina, a lungo andare, una carenza di base che impedisce di
progredire realmente nello studio della tōken. Nei kantei su
carta, nel cui cimento diversi di noi hanno raggiunto un ottimo
livello, tutte le caratteristiche della lama vengono debitamente
elencate nella scheda tecnica; con una pratica costante non è poi così
difficile imparare a mettere assieme i “pezzi del puzzle”. Si tratta di
una facilitazione non da poco dato che nei kantei dal vivo, esattamente come nel caso di ogni identificazione “casalinga” di una lama, tutti i dettagli essenziali, o kantei points,
devono essere correttamente “visti” ed interpretati personalmente da
chi osserva. Con gli errori che ne possono derivare a causa di una
scarsa esperienza. Inquadrare male un sugata, in assenza di misure in centimetri o suggerimenti già forniti, o mancare di notare un utsuri, magari perchè debole, può portare fuori strada nel corso di un’identificazione. A maggior ragione quando, come nel caso dell’ippon nyusatsu kantei in NBTHK, il tempo a disposizione per esaminare le lame è assai limitato. E non c’è il supporto dei “sacri testi”.
Di
certo in Occidente siamo penalizzati per quanto riguarda l’esame dal
vivo dei capolavori, in quanto questi si trovano in massima parte in
Giappone; tuttavia, esattamente come nessun studioso d’arte può esimersi
dal visitare, prima o poi, uno dei grandi musei d’Europa, allo stesso
modo gli studiosi e appassionati italiani di tōken dovrebbero prevedere, almeno una volta, un viaggio in Giappone alla scoperta visiva delle lame più importanti.
Nel 2023 la delegazione della NBTHK Italian Branch che si è recata in
viaggio di studio a Tokyo è stata particolarmente numerosa: sei membri.
Può sembrare un numero non elevato ma basti pensare che, dei due tavoli
riservati per la cena ufficiale alle 4 Branch straniere, uno era
interamente occupato dalla nostra delegazione: una prova significativa e
tangibile del nostro impegno e dedizione che non è passata inosservata
agli occhi del panel direttivo NBTHK.
Il
mio personale invito, rivolto a tutti gli appassionati della materia, è
dunque quello di organizzarsi per tempo e programmare quantomeno una
partecipazione alla prossima Convention, che si terrà presumibilmente
nel 2028. Ne vale certamente la pena e vi terremo informati.