di F. Marinelli e M. Pingitore
Si è tenuto sabato 12 Novembre l’incontro autunnale I.N.T.K. dal titolo “Forgiatori della provincia di Musashi nel periodo Shinshintō: Masahira (正平), Naokatsu (直勝) e Teruyoshi (英義)”. Come di consueto l’evento si è svolto a Casa Guidi a Sesto Fiorentino (Fi) e ha raccolto la partecipazione di circa 25 appassionati da tutta Italia.
È stato presentato da Massimo Rossi un importante daishō a opera di Masahira con firma:
Kansei Kaigen (Tsuchino) Tori Haru Kōtei ni Oite Kitaru (寛政開元酉春於 侯邸鍛, Forgiata presso la residenza feudale nella primavera del 1°anno dell’era Kansei – 1789 – anno del gallo)
Iwaki Kōmei ni Ōzu Tennen Shi Masahira (應岩城侯命 天然子正平, Per ordine del Daimyō di Iwaki da Tennen Shi Masahira)
MASAHIRA (正平)fu attivo nell’era Kansei (寛政, 1789-1801) nella provincia di Musashi.
“Tennenshi Masahira” (天然子正平), figlio di Hitachi no Kami Kanefusa (常陸守兼房) dell’era An’ei (安永, 1772-1781), si trasferì in seguito da Edo (Tōkyō) a Satsuma per studiare sotto Masayoshi (正幸). Il suo gō (nome d’arte) era Tennenshi (天然子). Ha realizzato delle hada in itame con un po’ di masame, e hamon in suguha, gunome-midare e ō midare. È valutato da Fujishiro sensei come chūjō saku (fabbro di buon livello).
Da alcune ricerche svolte da Sandro Furzi e Francesco Marinelli il daishō potrebbe essere stato commissionato dal daimyō Andō Nobunari (安藤信成, 18 marzo 1743-15 giugno 1810) di Iwakitaira (磐城平藩, Iwakitaira-han). Questo era un dominio feudale sotto lo shogunato Tokugawa, con sede nel castello di Iwakitaira nella provincia meridionale di Mutsu in quella che oggi fa parte dell’odierna Iwaki, Fukushima.
A seguire è stato presentato come oggetto del kantei un wakizashi a opera di Yamon Naokatsu (弥門直勝). I partecipanti hanno avuto la possibilità di osservarlo attentamente, consultare alcune pubblicazioni portate per l’occasione e così partecipare a un “dibattito-studio guidato” con Massimo Rossi e Francesco Marinelli. A completamento a tutti i partecipanti è stata consegnata una ricca dispensa.
NAOKATSU (直勝), 2a gen., fu attivo nell’era Keiō (慶応, 1865-1868) nella provincia di Musashi.
Il suo nome reale è Shōji Yamon (荘司弥門), figlio della 1a gen. Naokatsu, nacque nel sesto anno di Tenpō (天保, 1835) e firmò nei primi anni con Naoyoshi (直好), il cambio in Naokatsu avvenne nel secondo anno di Bunkyū (文久, 1862), vale a dire quattro anni dopo la morte di suo padre, morì il 31° giorno del terzo mese Meiji 17 (明治, 1884) all’età di 50 anni.
Conosciamo firme datate dal sesto anno di Ansei (安政, 1859) al quarto anno di Meiji (1871).
Ha firmato come “Shōji Yamon Naokatsu” (荘司弥門直勝), “Naokatsu” (直勝) e “Shōji Yamon Fujiwara Naokatsu” (荘司弥門藤原直勝).
Le sue lame hanno un ampio mihaba e un kissaki relativamente grande, il jigane sembra morbido e l’hamon è un kataochi-gunome, un ko chōji midare obliquo, o un suguha nella tradizione Yamashiro; purtroppo il nioiguchi non è così brillante ma piuttosto sommesso, per cui alcune opere appaiono quindi come lame kotō stanche. Fujishiro sensei lo valuta come chūjō saku.
Sempre riguardo a questo forgiatore è stata esposta una sua tsuba Nobuie utsushi firmata: Shōji Yamon Naokatsu (荘司弥門直勝).
Tsuba in ferro dalla forma mokkogata con un meraviglioso aspetto “fuso” e perfetta patina. Naokatsu era uno spadaio della linea Naotane ma anche famoso, assieme a suo padre e suo fratello, per realizzare Nobuie utsushi (cioè copie d’autore di originali). Nel caso in esame questo presenta un particolare motivo con guscio di tartaruga “kikko” sotto la rete che si ritrova anche su un Nobuie originale.
Come ultimo oggetto della sessione di studio è stato presentato da Massimo Rossi uno yoroidoshi tantō firmato:[mitsutomoe] Kimibanzai Teruyoshi. Data: Keiō anno della tigre (1867), nono mese.
Questa lama è pubblicata sul “The Compton Collection n°3”.
TERUYOSHI (英義)fu attivo nell’era Kaei (嘉永, 1848-1854) nella provincia di Musashi.
Il suo nome reale è Fujieda Tarō (藤枝太郎), nacque nel sesto anno di Bunsei (文政, 1823) nel villaggio di Kawai (川合) nel distretto di Shimonawa di Kōzuke (下那波郡), fu adottato dallo zio Gyokurinshi Terukazu (玉鱗子英一) che lo addestrò anche come fabbro, allora firmò con il nome Haruhiro (治広); con l’era Tenpō (天保, 1830-1844) si trasferì a Sakura (佐倉) di Kōzuke, seguirono diversi viaggi e alla fine divenne allievo di Hosokawa Masayoshi (細川正義) dopodiché cambiò nome in Teruyoshi, utilizzando un kanji di ciascuno dei suoi maestri. Fu poi impiegato dalla famiglia Matsudaira (松平), il daimyō del feudo Kawagoe di Musashi (川越藩), si trasferì nel feudo e gli fu concesso il nome di famiglia Fujieda, nel primo anno di Bunkyū (文久, 1861) ottenne anche il permesso di incidere lo stemma del mitsutomoe del clan Matsudaira sui nakago. Nei suoi ultimi anni tornò a Maebashi (前橋) nella sua provincia natale di Kōzuke, dove morì il 24° giorno del quinto mese del nono anno di Meiji (明治, 1876) all’età di 54 anni.
Conosciamo delle sue firme datate dal secondo anno di Kaei (嘉永, 1849) al secondo anno di Meiji (明治, 1869). Ecco alcuni esempi delle sue firme: “Musashi no Kuni Haruhiro” (武蔵国治広), “Musashi no Kuni Kawagoe-shin Fujieda Tarō Teruyoshi” (武蔵国川越臣藤枝太郎英義), “Musashi no Kuni Teruyoshi” (武蔵国英義), “Tōbu ni oite Fujieda Tarō Teruyoshi saku” (於東武藤枝太郎英義作).
Teruyoshi ha realizzato un denso ko itame che tende al muji, ma che può anche essere più evidente, l’hamon è un ō chōji midare, notare o suguha in ko nie deki. Le sue opere in suguha godevano di grande popolarità tra i samurai di Edo, la sua specialità erano anche i tantō. Oltre al mitsutomoe ha anche inciso un fiore di ciliegio sui nakago, c’è l’ipotesi che questo si riferisca al suo soggiorno a Sakura di Kōzuke, cioè che possa essere un gioco di parole in cui tali lame con un sakura (桜) fossero state realizzate appunto a “Sakura” (佐倉).
Fujishiro sensei lo valuta come chūjō saku.
Infine, a completamento delle lame in mostra, era presente un wakizashi ad opera del Maestro Yoshindo Yoshihara e un suo pezzo di tamahagane, una coppia di lame di Hizen Tadahiro (di cui una con horimono di Yoshinaga) e una selezione di wakizashi del periodo Shinshintō: Ichijoshi Tadakuni, Hyōshinshi Hideyo Nyūdō e Moritoshi.
Nel pomeriggio il Presidente Gianluca Venier ha spiegato come “studiare la tōken al museo” dando molti consigli utili a tutti gli appassionati e raccontando esperienze, in particolare quella del Museo Nazionale di Kyōto durante la grande mostra Yamashiro-den.
Abbiamo avuto il piacere di osservare anche alcune tsuba e fermacarte realizzate dal nostro socio Ivan Carbone, in particolare con ispirazione alla alla scuola Higo e Ko Katchushi.
A conclusione è stata presentata da Renato Martinetti un’armatura di tipo nimai dō tosei gusoku del periodo Edo, comprendente dō, kote ed haidate, su cui sono stati eseguiti interventi di restauro. Di conseguenza si sono evidenziate le principali problematiche conservative delle yoroi antiche, come degradazione di lacche, tessuti ed ossidazione dei metalli. Infine si è confrontato il metodo conservativo occidentale con gli interventi integrativi eseguiti secondo tradizione giapponese.
Il kanshō si è terminato come da abitudine con la classica foto di gruppo: