Francesco Marinelli 0 · Inserito: 6 gennaio 2017 Il Civico Museo d’Arte Orientale è situato nel cuore di Trieste, a pochi passi da piazza dell’Unità d’Italia. È il primo museo dedicato specificatamente all’arte orientale che nasce nella città altoadriatica e nella regione Friuli-Venezia Giulia. Storia Inaugurato l’8 marzo 2001, il museo ha sede in Cavana, ai limiti della zona più antica (Città Vecchia), vicino alle rive, a pochi passi dalla piazza dell’Unità d’Italia, in uno storico edificio del XVIII secolo, il Palazzetto Leo, già proprietà della famiglia triestina dei Leo, donato nel 1954 al Comune di Trieste dalla contessa Margherita Nugent assieme ai due edifici attigui. Il museo Il Museo ospita le collezioni d’arte orientale, ma anche memorie e ricordi di viaggio, armi, strumenti musicali, testimonianze di vario tipo e reperti di carattere etno-antropologico, provenienti da tutta l’area asiatica, in particolare dalla Cina e dal Giappone, e acquisiti dai Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Il percorso del Museo si sviluppa sui quattro piani dell’edificio. Al Piano Terra funge da introduzione la narrazione dei rapporti tra Trieste e l’Oriente, avviati nel ’700 e sviluppatisi nell’800, quando le navi del Lloyd Austriaco di Navigazione, partite da Trieste e superato il Canale di Suez, raggiungono le lontane coste dell’India, della Cina e del Giappone. Uno spazio è rivolto all’interessante nucleo di sculture del Gandhara, databili tra I e IV secolo d.C., raccolte durante la spedizione italiana al K2 del 1954. Il Primo Piano è dedicato all’arte in Cina, tramite abiti e tessuti in seta ricamata del tardo periodo Qing (XIX secolo), porcellane dal periodo Song (XI-XIII secolo) al tardo periodo Qing (XIX secolo), sculture e oggetti legati a Confucianesimo, Taoismo e Buddismo, le religioni della Cina. Sulle scale di collegamento tra i diversi piani, volgendo gli occhi in alto, si scoprono otto aquiloni giapponesi del XIX sec., dipinti ad acquerello su carta. Negli ultimi due piani del Museo la sezione dedicata al Giappone si apre con le porcellane giapponesi e ha il suo punto di forza nel salone dove si dispiega la collezione di stampe dell’Ukiyo-e, ovvero il Mondo Fluttuante, con opere di grandi maestri dell’arte giapponese tra cui Hiroshige e Hokusai con la celeberrima Onda. È possibile gettare uno sguardo sulla tradizione del teatro popolare kabuki, avvicinarsi ai riti e alle tradizioni di Shintoismo e Buddismo e infine, attraverso la ricca raccolta di armi e armature dal XV al XIX secolo (tra cui una lama datata 1481). Breve video-tour: https://www.youtube.com/watch?v=JJYYscZo5i4 Sito: http://www.museoarteorientaletrieste.it/ Sulle condizioni di preservazione e gestione del museo ne è stato ampiamente parlato qui: http://www.intk-token.it/forum/index.php?showtopic=7287 Prima di eventuali visite è consigliabile telefonare per chiedere conferma dell’apertura del museo o prenotare una visita. Non ci dovrebbe essere alcun catalogo della collezione. "Indiana Jones e la lama perduta" Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
getsunomichi 0 · Inserita: 6 gennaio 2017 Grazie ancora. State facendo davvero un bellissimo lavoro. 月の道 Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Simone Di Franco 54 · Inserita: 6 gennaio 2017 Grazie! Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Walter Pozzecco 0 · Inserita: 7 gennaio 2017 Sono "Triestino" se per caso passate per Trieste, mi contattate , il museo è un po misero (per me), purtroppo qui a Trieste di roba ne è rimasta poca, Trieste ai tempi d'oro era lo scalo principale tra l'oriente e l'occidente, a Trieste sotto l'amata Austria ci sono stati i piu' grandi mercanti D'arte orientali e negozi di antiquariato,che poi si sono spostati a Vienna, adesso il nulla! Pero' una visitina al museo merita, l'I.N.T.K. a suo tempo a catalogato tutto il materiale, un lavoro lungo e difficile. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Francesco Marinelli 0 · Inserita: 7 gennaio 2017 Grazie mille Walter per il tuo intervento "Indiana Jones e la lama perduta" Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Massimo Rossi 3 · Inserita: 8 gennaio 2017 Ci lavorammo in due periodi in totale circs una settimana per catalogare le lame del Museo. Erano nelle casse dal 1852, e nessuno ci aveva messo le mani. Ci lavorammo Io, Stefano Verrina, Alberto Roatti, ed il M. Hosokawa, che venne nel secondo incontro per controllare che fosse tutto ok. Fù molto interessante catalogare le lame, anche perchè fummo i primi dopo quasi un secolo e mezzo a metterci le mani. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Walter Pozzecco 0 · Inserita: 8 gennaio 2017 Un peccato pero,' che non c'è una lama perfetta! Di politura intendo Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
jack24 0 · Inserita: 30 gennaio 2017 Come promesso ho fatto alcune foto nel museo d'arte orientale a Trieste la responsabile mi ha permesso di fare poche foto e solo l terzo piano purtroppo ,quindi la qualità e medio/buona. comunque il museo è diviso in 3 piani per a maggior parte Giappone e cina. bellissimi gli aquiloni antichi . Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Enrico Ferrarese 5 · Inserita: 30 gennaio 2017 Grazie tantissime delle foto jack24! INTK Database Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Francesco Marinelli 0 · Inserita: 30 gennaio 2017 Wuao grazie mille per le foto!! Per caso ti ricordi se queste lame avevano la didascalia? "Indiana Jones e la lama perduta" Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
jack24 0 · Inserita: 1 febbraio 2017 Sisi se non ricordo male c'era anche la didascalia. Ma purtroppo la foto è venuta con un enorme riflesso del vetro 😢.e me ne sono accorto solo a casa 😱 Sul cellulare della ragazza dovrei avere le didascalie degli tsuba se interessa. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Francesco Marinelli 0 · Inserita: 1 febbraio 2017 Non è che per caso ti ricordi a chi era attribuito il tanto centrale nell'immagine? Bè che domande, certo che ci interessano anche le didascalie delle tsuba! "Indiana Jones e la lama perduta" Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
jack24 0 · Inserita: 2 febbraio 2017 Dovrei ripassare o in settimana o al massimo la prossima ^-^ con un amico interessato. Quindi nessun problema , anzi se volete qualche foto più nel dettaglio chiedete Comunque è un peccato che molte lame siano così rovinate , certe sono proprio coniate malissimo . Un piccolo restauro , magari su quelle più importanti ci stava! 😅 Ma probabilmente mancano soldi 😅 Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Massimo Rossi 3 · Inserita: 2 febbraio 2017 Purtoppo mancano i soldi ed anche un pò di volontà. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
jack24 0 · Inserita: 2 febbraio 2017 Il museo è anche molto anonimo , non lo pubblicizzano x niente , molti a Trieste non sanno nemmeno che esiste , figuriamoci chi viene da fuori . È un peccato perché anche se piccolo a alcune cose davvero interessanti. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Walter Pozzecco 0 · Inserita: 2 febbraio 2017 Massimo , come sempre, sono anche molto diffidenti e manca la cultura, purtroppo Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Francesco Marinelli 0 · Inserita: 16 dicembre 2017 Venerdì scorso 8 Dicembre ho avuto finalmente la possibilità di visitare la bellissima Trieste ed il Civico Museo d'Arte Orientale. Premettendo che il museo è gratuito, il nuovo allestimento e l'illuminazione non sono male, considerando gli standard italiani. Purtroppo le condizioni delle opere sono quelle che tutti voi amici conoscete... Vi posto qualche foto di dettagli, se ne vorrete altre, non esitate a chiedere! "Indiana Jones e la lama perduta" Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Francesco Marinelli 0 · Inserita: 16 dicembre 2017 Lunedì 4 dicembre alle ore 11.00 ha avuto luogo la conferenza stampa della mostra Peace is here! Fotografie di propaganda degli Americani in Estremo Oriente nel fondo USIS della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, che rimarrà aperta fino al 15 aprile 2018 con i seguenti orari: da martedì a giovedì 10-13, venerdì e sabato 14-17, domenica10-17, lunedì chiuso. La mostra, ideata e realizzata dai Civici Musei di Storia ed Arte, con la direzione di Laura Carlini Fanfogna, direttore del Servizio Musei e Biblioteche, è a cura di Claudia Colecchia, responsabile della Fototeca e della Biblioteca dei Civici Musei di Storia ed Arte. Peace is here! Così si concludeva la telecronaca di commento alla resa del Giappone, siglata il 2 settembre 1945 dal Generale MacArthur. La convinzione che se il mondo vede la vera immagine della guerra è indotto a terminarla più celermente, induce a fotografare con l’intento di innescare un processo di scavo nelle coscienze, onde perseguire sogni di pace. Su questo assunto si basa l’esposizione, dedicata alle fotografie originali dell’Estremo Oriente, appartenenti al fondo fotografico USIS (United States Information Service) della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, che offre per la prima volta al pubblico una selezione di sessanta delle mille fotografie originali della serie Giappone, realizzate tra il 1941 e il 1945, prevalentemente con fini propagandistici. La proposta espositiva consente di leggere un intricato gioco di rappresentazioni: lo sguardo americano sull’Estremo Oriente, in cui prevale l’immagine del giapponese che lotta e soggiace al nemico, e quello del pubblico triestino del dopoguerra, a cui le fotografie sono state proposte, subito dopo la fine del conflitto, per propagandare gli ideali di vita americani. Si comprende così come l’apparato fotografico di scene belliche offra una narrazione in chiave simbolico-allusiva: una guerra psicologica che utilizza gli strumenti della propaganda per instillare nella popolazione americana un forte orgoglio nazionalista, tramite la rappresentazione del nemico come un barbaro, se non in forme addirittura demoniache. Il percorso si snoda tra diverse icone della Seconda guerra mondiale – lo scatto a Iwo Jima di Joe Rosenthal; gli istanti della resa giapponese; l’immagine di Nagasaki rasa al suolo dalla bomba atomica – e le molte foto scattate con l’intento di narrare le forze alleate che interagiscono positivamente con i civili, persino in situazioni di ozio e di svago sullo sfondo di luoghi e paesaggi fortemente caratterizzati. Immagini che confermano, in ultima istanza, l’attenzione per l’uomo, dimostrando – come sostiene Edward Steichen, direttore dell’unità fotografica dell’aviazione navale durante la Seconda guerra mondiale, nominato nel 1947 direttore del dipartimento di fotografia del MoMA di New York – che la missione della fotografia è spiegare l’uomo all’uomo e ogni uomo a se stesso. Di tale mostra è stato realizzato anche un piccolo catalogo. "Indiana Jones e la lama perduta" Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti