Kanshō: studio della Tōken – Incontro di Primavera 2017
di Marco Pingitore
Un’immersione nella scuola Mino
Sabato 27 Maggio nella sede storica di Casa Guidi a Sesto Fiorentino si è svolto il Kanshō di primavera 2017 della I.N.T.K. I temi trattati sono stati i seguenti:
“Meibutsu: tra storia e leggenda” a cura di Gianluca Venier
“Mino den: la sua origine ed i protagonisti che l’hanno resa famosa” con Massimo Rossi
Lasciatemi però iniziare il racconto lodando l’organizzazione riuscita grazie anche al felice contributo di Francesco Marinelli e Manuel Coden i quali, già dal precedente incontro, si sono fatti carico di ottenere (finalmente) un proiettore, relativo schermo e redigere la dispensa sulla scuola studiata, grazie ai quali le presentazioni hanno letteralmente preso il volo. Da anni si sentiva l’esigenza di qualche ausilio in più nelle presentazioni e finalmente, grazie a tutti, ce l’abbiamo fatta.
Dicevamo degli argomenti della giornata. Su tutto, credo che l’idea di concentrare le presentazioni su solo due macro argomenti (di cui uno nello specifico della scuola Mino) sia stata vincente.
Il toccare con mano quanto ci sia di vero e quanto sia leggenda nella creazione di una meibutsu passando attraverso sì le caratteristiche tecniche dei forgiatori, ma anche attraverso alle loro vicende umane ha dato una connotazione nuova nella comprensione del fenomeno; e ancora, non a caso, il parlare di una sola specifica Scuola, attraversando i diversi periodi storici, ha sicuramente e decisamente contribuito ad aiutare ad inquadrare meglio l’argomento e fissarne le specifiche differenze qualitative.
Ma andiamo nell’ordine, innanzitutto la presentazione di Gianluca Venier si è riconfermata, se mai ce ne fosse stato bisogno, interessante ma soprattutto piacevolissima. Gianluca ha saputo fondere l’argomento con aneddoti e spiegazioni che hanno fatto sì che l’esposizione non risultasse mai tediante. Un ottimo approccio pedagogico come mi è già capitato di dire. Non è la prima volta che Gianluca dimostra di possedere le giuste qualità di oratore su argomenti nel settore della Storia dell’arte (e le Nihontō ne fanno decisamente parte). Del resto non potrebbe essere diversamente avendo studiato questo settore all’Università, ma la sua capacità espositiva è un dono a parte dalla quale attingere a piene mani. Posso solo chiedere a Gianluca di continuare su questa strada perché abbiamo tutti un gran bisogno di relatori preparati e stimolanti.
I meibutsu esposti sono stati:
Dojigiri Yasutsuna, Mikazuki Munechika, Daihannya Nagamitsu, Koryu Kagemitsu, lo yoroi di Honda Tadakatsu, Tonbo Giri, lo yoroi di Masanori Fukishima, Fukushima Kanabo e lo Oni-Hocho.
Successivamente è stata la volta di Massimo Rossi (sul quale non c’è bisogno di presentazioni) con la sua trattazione a 360 gradi sulla scuola Mino, supportato talvolta anche da Marinelli e Coden i quali grazie ad una serie di slides comparative (stupende ad esempio le differenze del nioi guchi tra le scuole Mino e Bizen) hanno messo Massimo nella condizione di sviscerare al meglio le peculiarità della Scuola stessa.
Sono state messe a disposizione lame della Mino den, Kotō, Shintō e Shinshintō, sulle quali è stata impostata la discussione del Kanshō e sulle quali Massimo si è destreggiato con la solita proverbiale perizia nell’esposizione.
Le lame presentate in ordine sono state:
Mumei att. Kanefusa (Muromachi), Kanemasu, Kodai Kanemoto (tardo Muromachi), Kanetsune (tardo Muromachi), Mumei att. Kanetsune (tardo Muromachi), Unshū ju Kanetsune (primo Shintō), la sezione di un tantō di Kanemichi, Mumei utsushi Shinshintō, Tanba (no) kami Fujiwara Terukado, Mumei att. Kanetsune, Kanetsuru, lama Shinshintō in stile Muramasa (gimei).
Questo il filmato della descrizione delle lame esposte:
La presenza di reperti così numerosi della Scuola (attraverso i secoli che l’hanno vista crescere) ha davvero fatto sì di imprimere una chiara idea sulle caratteristiche della Mino den, una scuola che peraltro spesso (e forse a torto) è stata sottovalutata rispetto alle altre Gokaden.
Non voglio sminuire tutte le precedenti edizioni ma, fra quelle a cui mi è capitato di partecipare, devo dire che questa è stata tra le migliori.
Un bell’esempio di preparazione collettiva di un evento dove la didattica e la collaborazione (soprattutto) l’hanno fatta da padrone.
Da parte mia (e credo senz’altro anche da parte di tutte persone intervenute all’evento) un’esortazione a continuare su questa strada, visto che me ne sono tornato a casa arricchito di conoscenze e maggior consapevolezza sulla scuola Mino come mai mi era capitato.
A rivederci quindi alle prossime edizioni con questa giusta e sempre più decisa politica divulgativa.
Galleria fotografica:
(a cura di Francesco Marinelli)
Un sentito ringraziamento anche alla Sig.ra Gianna per averci preparato un buon pranzo toscano.